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venerdì 30 dicembre 2011

VELLUTATA DI CECI VELOCE

Sforziamoci a cambiare la cattive abitudini imposte dalle multinazionali del cibo.
I ritmi della vita quotidiana ci portano a cucinare sempre meno, a creare piatti sempre più veloci, ricettari che ti promettono un risultato fantastico in dieci minuti, a comprare verdure e ingredienti già lavati, tagliati, conditi, quasi predigeriti.
Non bisogna per forza rinunciare alla qualità quando si ha fretta o non si ha voglia di cucinare.
Vi suggeriamo una preparazione salutare, semplice ma squisita:


VELLUTATA DI CECI



Versate in un tegamino i  Ceci Pronti Gr. 360 senza conservanti e coloranti, dell'azienda Agricola Annese, aggiungete mezzo bicchiere di acqua, riscaldate fino a quando bolle, spegnete, frullate con il mini pimer, versate la vellutata nel piatto, aggiungete un filo d'olio extra vergine FORSONI e il gioco è fatto.
Salute e bontà, anche questa è qualità della vita.
Se troppo densa aggiungete ancora acqua.


Sapori made in italy  salute e qualità.
www.saporimadeinitaly.it/ecElencoProdotti.aspx?fnd=ceci%20pronti

CECI
Perché fanno bene:
  • Aiutano a ridurre i trigliceridi ed il colesterolo nel sangue
  • Favoriscono la diuresi e l’eliminazione dell’acido urico.
  • Stimolano i succhi gastrici.

lunedì 19 dicembre 2011

BERGAMO ALTA

BELLA BELLA BELLA siete mai andati a Bergamo Alta ? No !!! Un consiglio da amico, andateci merita.
Passeggiata per le vie cittadine ben tenute e ricche di monumenti e poi  bar, pasticcerie, negozi per un piacevole shopping.
Gelato rigorosamente da La Marianna inventore nel lontano 1961 del gusto Stracciatella ma anche il gusto alla Mela è veramente ottimo.
Passeggiata lungo le mura con paesaggio mozzafiato.
Pranzo al ristorante La Vendemmia.
Potete parcheggiare tranquillamente a  Bergamo Alta.
La città di Bergamo è divisa in due parti distinte, la CittàBergamo Alta (detta anche Città Alta o, in passato, la città, in contrapposizione ai borghi) è una città medioevale, circondata da bastioni eretti nel XVI secolo, durante la dominazione veneziana, che si aggiungeva alle preesistenti fortificazioni al fine di renderla una fortezza inespugnabile Alta, il centro storico cinto da mura, e la Città Bassa, la parte moderna.
La parte più conosciuta e frequentata di Bergamo Alta è Piazza Vecchia, con la fontana Contarini, il Palazzo della Ragione, la Torre civica (detta il Campanone), che ancora oggi alle ore 22 scocca 100 colpi - quelli che in passato annunciavano la chiusura notturna dei portoni delle mura venete - e altri palazzi che la circondano su tutti i lati. Imponente, sul lato opposto al Palazzo della Ragione, il grande edificio bianco del Palazzo Nuovo che ospita la Biblioteca Angelo Mai.
Sul lato sud di Piazza Vecchia si trovano il Duomo, la Cappella Colleoni dell'architetto Giovanni Antonio Amadeo con i monumenti funebri al condottiero Bartolomeo Colleoni e a sua figlia Medea, il Battistero eretto da Giovanni da Campione e la basilica di Santa Maria Maggiore coi suoi bei portali laterali nord e sud.

MOUSSE VELOCE DI MIRTILLI NERI E VINO ROSSO


Un dessert facile ed elegante a base di frutta anche fuori stagione? Certo, basta ricordare che marmellate, confetture e conserve vengono confezionate nel momento in cui la frutta è al suo massimo, quindi possono essere utilizzate per aromatizzare tutte quelle preparazioni in cui è prevista la presenza di frutta fresca e zucchero. Basta prestare un pochino di attenzione alle dosi e, naturalmente, alla qualità dei prodotti utilizzati...

Mousse veloce di mirtilli neri e vino rosso

ingredienti per 4 persone:
100 gr. di confettura di mirtilli neri Alpe Pragras (+ 2 cucchiaini per la decorazione)
3 cucchiai di Dolcetto d'Alba Monchiero
250 ml. di panna fresca da montare
1 foglio da 4 gr. di gelatina
1 cucchiaio di zucchero a velo

procedimento:
Mettere a mollo il foglio di gelatina in una ciotola di acqua fredda per una decina di minuti, fino a che è morbida.

Stemperare la confettura di mirtilli con il vino in un tegamino e scaldare a fuoco basso fino a che comincia appena a bollire, spegnendo subito.

Strizzare bene la gelatina ed immergerla gradualmente nel tegamino, mescolando con un frustino in modo che si sciolga completamente e si misceli per bene al composto, Quindi trasferire in un contenitore freddo ed attendere fino a che la miscela è a temperatura ambiente.

Montare la panna con lo zucchero a velo ed incorporarvi la miscela di mirtilli a filo, mescolando dal basso verso l'alto per evitare che la panna si smonti.

Distribuire in 4 coppette, coprire e tenere in frigo fino al momento di servire, decorando all'ultimo momento con mezzo cucchiaino di confettura a testa.


Piccoli consigli:
  • la gelatina si può anche omettere se si consuma il dessert al momento, ma contribuisce a mantenere la mousse gonfia e cremosa anche se la si serve il giorno dopo.
  • la confettura Pragras è particolarmente ricca di frutta e povera di zucchero, quindi conviene addolcire leggermente la panna montata; se si usa una confettura classica con maggiore quantità di zucchero si può diminuire od eliminare lo zucchero a velo.
  • si può anche sostituire il Dolcetto con un vino rosso dolce; anche in questo caso è meglio verificare la quantità di zucchero a velo.

FORMAGGI E FRUTTA IN BIANCO E ROSSO

Elegante antipasto o insolita chiusura di pasto, questo trionfo di formaggi e frutta può rappresentare anche un originale intermezzo tra due secondi; se si dimezzano le palline di ricotta e si triplica la quantità di radicchio diventa invece una sostanziosa insalata di contorno o addirittura un piatto unico. La cromia banca e rossa e la presenza di chicchi di uva e di melograno rende la preparazione particolarmente adatta al Natale od a una benaugurante tavola di Capodanno.


Formaggi e frutta in bianco e rosso
ingredienti per 4 persone:
80 gr. emmentaler
80 gr. brie
100 gr. ricotta fresca
25 gr. di parmigiano grattugiato
½ melagrana
60 gr. di uva bianca
60 gr. di uva rossa (o nera)
30 gr. di nocciole Piemonte IGP tostate Nocciole D'Elite Canaparo
30 gr. di radicchio rosso
20 gr. indivia belga
1 piccolo gambo di sedano
circa 30 gr. di semi di lino (o di sesamo)
1 cucchiaio abbondante di paprika dolce in polvere
1 cucchiaino di senape dolce
4 cucchiai di olio extravergine umbro Forsoni
sale

procedimento:
Lavorare la ricotta con il parmigiano ed un pizzico di sale fino ad ottenere una crema compatta, quindi formare delle palline grosse come  chicchi di uva e rotolarne una parte nei semi ed una parte nella paprika. Si dovrebbero ottenere in tutto circa 12 bocconcini, 8 bianchi e 4 rossi, da conservare in frigo coperti fino all'ultimo momento, in modo che si compattino leggermente.

Lavare bene le insalate e tagliarle a striscioline; mondare il sedano e tagliarlo per il lungo in bastoncini finissimi, da ridurre poi a circa 2 cm. di lunghezza.

Tagliare i formaggi a dadini (senza sbucciare il brie!); incidere in due i chicchi di uva ed eliminarne i semi, conservando qualche acino intero per la decorazione; tagliare a rondelle sottilissime mezzo lime e ridurre ogni fettina in due o tre triangolini.

Tagliare in due la melagrana, sgranare i chicchi di una metà e spremere l'altra metà premendolo su uno spremiagrumi, filtrando poi il succo ottenuto.

Miscelare l'olio con il succo di melograno, quello del mezzo lime rimasto ed una presa di sale e stemperarvi poi la senape con una frusta fino ad ottenere una salsina omogenea.

Al momento di servire distribuire le insalate miscelate nei piatti individuali a formare un letto ed adagiarvi sopra tutti gli ingredienti preparati e le nocciole, mettendo per ultime le palline di ricotta di colori differenti ed i chicchi di uva interi.


Versare sopra la composizione la salsina ben emulsionata e servire subito.


Piccoli consigli:
  • per mantenere il colore bianco e rosso i semi di lino possono essere sostituiti con semi di sesamo e la paprika, se non se ne apprezza l'aroma, con polpa di peperone rosso tritata finissima.
  • per non impiastricciarsi troppo le mani nel formare le palline basta usare una mano per manipolare la ricotta e l'altra per farla rotolare nella copertura.
  • una variante molto raffinata può essere quella di tagliare il sedano a tocchetti un po' più grossi e di scottarlo per un minuto in acqua bollente con sale ed un pizzico di zucchero, scolandolo poi ed asciugandolo per bene prima di unirlo al resto.
  • l'uva bianca può essere anche sostituita con dei dadini di pera oppure di mela rossa con la buccia.

STRANGOZZI IN SALSA CROCCANTE AI PISTACCHI


L’abbinamento insolito, suggerito da Attila, di pesto di pistacchi agli ingredienti abbastanza semplici di questa ricetta ne fa un primo piatto rustico, saporito e molto originale. Veloce e facile da preparare è una vera prelibatezza, perfetta per una spaghettata di mezzanotte, un invito dell'ultimo minuto o per un ritrovo informale tra amici.

Strangozzi in salsa croccante ai pistacchi
Ingredienti per 4 persone:
320 gr. di strangozzi Montemanardo
100 gr. di pancetta affumicata
3 cucchiai abbondanti di Pesto alla Brontese Bacco
1 grossa cipolla
20 gr. di pinoli
3 cucchiai di brandy
2 cucchiai di olio extravergine umbro Forsoni
sale
pepe

procedimento:
Tritare finemente la cipolla e tagliare la pancetta a dadini.

Portare a bollore abbondante acqua, salarla e cuocervi gli strangozzi per circa una decina di minuti.

Nel frattempo tostare i pinoli in un ampio tegame antiaderente per un minuto scarso, fino a che cominciano appena a dorare.

Levare i pinoli e nello stesso tegame versare i cubetto di pancetta, lasciandola cuocere a fuoco medio-alto per un paio di minuti, fino a che il grasso si è un po’ sciolto e la parte rossa comincia a diventare croccante.

Levare la pancetta dal tegame ed unire al suo fondo sciolto l’olio, lasciare scaldare un pochino e versare la cipolla tritata, cuocendo poi a fuoco basso per qualche minuto, fino a che la cipolla è morbida e trasparente.

Salare leggermente, mescolare bene, versare il brandy ed infiammare subito, agitando leggermente il tegame perché l’alcool bruci completamente e l’aroma del liquore penetri bene nelle cipolle.

Scolare gli strangozzi molto al dente e versarli nel tegame con le cipolle insieme ad un mestolino della loro acqua di cottura, unire quindi i pinoli e la pancetta, mescolando bene e cuocendo circa un paio di minuti, fino a che il fondo si è ristretto e tutto sia ben insaporito.

Unire il pesto di pistacchi, mescolare bene fino a che è tutto ben amalgamato, regolare se serve di sale e spegnere subito. Servire ben caldo, a piacere con una spolveratina di pepe macinato al momento.



Piccoli consigli:
  • Il pesto di pistacchi deve scaldarsi solo un attimo, in modo che possa emettere tutto il suo profumo senza rischiare di bruciarsi.

  • Terminare la cottura della pasta nel tegame con in condimento permette agli strangozzi di insaporirsi al massimo, ma possono anche essere scolati a cottura completa (circa 12 minuti) ed uniti al condimento giusto prima del pesto di pistacchi.

domenica 18 dicembre 2011

INSALATE


Componenti per una insalata sana e gustosa, scegli fra questi: • Lattuga • Rucola • Cipolla • Sedano • Semi di lino • Semi di girasole • Pomodorini • Tonno • Fagioli cannellini • Carote • Finocchi • Cetrioli • Mela • Melograno • Olive nere o verdi • Barbabietola di zucchero e per condire: • Olio di oliva extravergine • Olio di lino • Olio di girasole • Tamari (salsa a base di soia) • Aceto • Limone • Citronette .

Sette insalate buonissime:
1. Insalata di lenticchie e gamberoni
Adoro i gamberi e le lenticchie, e l’accoppiata per me non può che essere perfetta. Le lenticchie inoltre sono cotte insieme a tante spezie: cardamomo (che buono!), chiodi di garofano, alloro… sono curiosa di assaggiarla!
2. Insalata di sarset (valeriana) e uova
Semplice e consolatoria, un comfort food speciale. La valeriana, insieme all’iceberg, è la mia insalata preferita, e con le uova sode è qualcosa di sublime!
3. L’Insalata marocchina
Aromatica per via del coriandolo fresco, freschissima perchè a base di cetrioli e pomodori.
4. L’insalata di fragole
Non posso perdermela, perchè ho un cestino di buonissime fragole in frigo, e perchè mi ispirano la croccantezza della rucola e del radicchio, insieme alla mozzarella e al parmigiano. Con la crema di aceto balsamico, ovviamente! Questa me la tengo per una giornata di coccole.
5. L’insalata di primavera con pesto di aglio orsino
Da mangiare di venerdì o di sabato, per non urtare la sensibilità dei passanti… ma come rinunciare all’aglio fresco e a un’insalata tutta tutta verde e croccante? Ne sento già il profumo! E magari un pochino di pesto su un crostino abbrustolito, eh, come sarebbe?
6. L’insalata di tonno, uova e fagioli
Quasi ricetta da cowgirl, anche se poi il tonno e al naturale e i fagioli sono delicatissimi. E se provassimo anche con il tonno fresco appena scottato? Mi piace da matti pensare al sedano croccante che scrocchia sui fagioli morbidi!
7. L’insalata di frutta e formaggi al balsamico
Per una serata in cui si beve un buon bicchiere di vino. Fragoline di bosco, kiwi, e poi gorgonzola piccante, mozzarella di bufala e rucola. Con la riduzione al balsamico questa è una cena di gala!

lunedì 12 dicembre 2011

BRUNO il Torrone morbido ricoperto di cioccolato

Oggi ho assaggiato l'ottimo Torrone Morbido alle Nocciole di DOLCITERRE che puoi acquistare nel nostro negozio on line www.saporimadeinitaly.it


RESIDUO FISSO

Il residuo fisso è la quantità di minerali, indicata in milligrammi per litro, che rimangono in 1 litro d'acqua dopo la bollitura a 180° C. Più il suo residuo è basso, più leggera è l'acqua. Un'acqua leggera è più utile all'organismo poiché favorisce più velocemente il ricambio idrico e la diuresi. Cerca l'acqua minerale con minor residuo fisso:


LAURETANA            14,00 mg/litro 
MONTEROSA           14,70
VOSS                         22,00
S. BERNARDO          35,60
SANT'ANNA             39,20
LEVISSIMA               78,20
FIUGGI                     123,00
PANNA                    142,00
SAN BENEDETTO  271,00
ROCCHETTA          177,07
EVIAN                     309,00
VITASNELLA         382,00






domenica 11 dicembre 2011

AFFAMATI DI EMOZIONI

Testo tratto dal libro di un famoso psichiatra e psicoterapeuta:
C’è un fenomeno, emblematico della nostra epoca, su cui è opportuno soffermarsi. Milioni di italiani seguono quotidianamente col fiato sospeso gli idilli amorosi dei protagonisti delle fiction televisive o dei people show dove persone si incontrano, si lasciano, piangono, si disperano, i reality dove storie individuali assumono dimensioni epiche, o ancora i programmi che propongono fittizie difficoltà in isole lontane. Siamo affamati d’amore, di passione, d’avventura. Ma abbiamo perso la voglia e la capacità di trovarli. Bisognerebbe mettersi in gioco, rompere la routine quotidiana, rinunciare alle sicurezze, in definitiva scardinare equilibri consolidati. Ma noi preferiamo assumere la nostra indispensabile dose di emozioni in maniera virtuale. Cosicchè, quando ne abbiamo avuto abbastanza, possiamo interromperla spegnendo la televisione non amiamo venire scombussolati davvero … La conseguenza è che la fame di vita non viene nutrita adeguatamente e così cresce la fame di cibo. Come le emozioni di cui ci riforniamo sono artificiali, così lo è il cibo che oggi si preferisce: precotto, infarcito di aromi, lontano dalla consistenza e dal sapore originari. Insomma, corpo e pische vengono foraggiati con sostanze incapaci di appagarci davvero. L’insaziabile fame che ci divora nasce dalla scarsa qualità della nostra vita, vissuta solo in superficie e senza piacere. Abbiamo perso la capacità di nutrirci di qualcosa di profondo e sostanzioso. Qualcosa che si trova dentro di noi, ma che non riusciamo più a vedere perché … ci siamo persi di vista. Come ha sottolineato JUNG: siamo talmente occupati a fare e conquistare che abbiamo perso il contatto con la nostra vita interiore, con quella vita che dà significato ai simboli e, viceversa, con i simboli che danno significato alla vita. In nessuna altra epoca si era mai vista una separazione così netta tra realtà e realtà interna.
E’ questa la causa principale dell’epidemia di obesità: non abbiamo più un modello interno, non possediamo più le nostre immagini, la nostra unicità. Siamo uguali agli altri, sempre in superficie, sperduti nella nebbia dell’anima … Ingrassiamo perché siamo come tutti gli altri, come se vivessimo sul palcoscenico del Grande Fratello, dove tutti dicono e fanno qualsiasi cosa di fronte a tutti. Se non ci sono più segreti, non c’è più magia. Fondamentalmente, ingrassiamo perché abbiamo perso la magia …


TAGLIATELLE DI PISTACCHI CON CREMA BIANCA DI SPADA AL LIMONE


Ricetta semplice, velocissima e adatta ad ogni stagione, permette di preparare in pochi minuti un primo piatto leggero ed insieme denso di profumi siciliani.

Tagliatelle di pistacchi con crema bianca di spada al limone

ingredienti per 4 persone:
400 gr. di pasta fresca ai pistacchi (per prepararla in casa si fa così)
3 cucchiai Crema di Pesce Spada Campisi
3 cucchiai di ricotta fresca
1 limone
½ cucchiaio di Pesto di Pistacchi alla Brontese Bacco
2 cucchiai di olio extravergine umbro Forsoni
sale

procedimento:
Portare a bollore abbondante acqua bollente ed intanto sovrapporre le sfoglie di pasta e tagliarle a tagliatelle larghe circa un centimetro, lasciandole asciugare brevemente su un vassoio infarinato.


Salare l'acqua e lessarvi la pasta per circa tre minuti.

Mentre la pasta cuoce in un'ampia terrina lavorare con una frusta la crema di spada insieme alla ricotta, al succo del limone e all'olio in modo da formare una cremina omogenea, regolando di sale se serve.

Grattugiare finemente la scorza del limone, tenerne da parte un pizzico per la decorazione ed incorporare il resto alla crema, diluendo poi il tutto con due o tre cucchiai di acqua di cottura della pasta.

Scolare bene la pasta e versarla nella crema, mescolare bene, suddividere nei piatti individuali, decorare con una punta di pesto di pistacchi e la scorza di limone rimasta e servire subito.


Piccoli consigli: 
  •  per evitare che la pasta fresca si possa incollare in cottura addizionare l'acqua bollente con un cucchiaio di olio prima di buttarvi le tagliatelle.
  • ricotta e limone si sposano bene ma non vanno miscelati con troppo anticipo, megn+lio proprio un attimo prima di condire la pasta.
  • se si usano tagliatelle confezionate o comunque non aromatizzate ai pistacchi se ne può recuperarne l’aroma unendo mezzo cucchiaio di pesto di pistacchi alla ricotta insieme alla crema di spada.

FOCACCIA AL SALE SPEZIATO FARCITA CON TRE SAPORI


Snack perfetto per un rustico aperitivo, questa focaccia farcita può costituire un ottimo spuntino anche per un picnic o per una merenda. E' comunque buonissima anche consumata al naturale, senza farcitura, come accompagnamento a formaggi saporiti e a salumi piccanti.

Focaccia al sale speziato farcita con tre sapori

ingredienti per una focaccia circa 25 x 35 cm.:
250 gr. di farina 00
250 gr. di farina Manitoba
15 gr. di lievito di birra fresco
300 gr. di taleggio
4 cucchiai di Paté di Alici alle Erbe Campisi
3 o 4 cucchiai di Melanzane sottolio a Filetti Annese
60 ml. di olio extravergine umbro Forsoni
1 cucchiaio di erbe di Provenza secche
1 cucchiaio abbondante di Sale Marino alle Spezie Campisi

procedimento:
Pestare in un mortaio o frullare un cucchiaino abbondante di sale alle spezie in modo da ridurlo quasi in polvere.

Setacciare insieme le due farine in una terrina e unirvi le erbe di Provenza, due cucchiai di olio e metà del sale in polvere.

Intiepidire 270 ml. di acqua a 20° e sciogliervi il lievito con un frustino in modo che si disciolga completamente, quindi versare a filo sopra le farine, mescolando prima con un cucchiaio e poi con le mani per amalgamare bene il tutto. Non serve lavorare l'impasto a lungo, basta che tutta la farina sia ben assorbita.

Ungere leggermente la superficie dell'impasto, coprirlo e lasciar riposare per una decina di minuti in luogo tiepido, non troppo secco e lontano dalle correnti d'aria, quindi stenderlo su una teglia unta, coprire di nuovo e lasciar riposare altri 20 minuti.

Preparare una salamoia emulsionando con un frustino l'olio rimanente con pari quantità di acqua ed il resto del sale polverizzato; creare delle fossette ad intervalli regolari premendo sulla superficie dell'impasto con la punta di un dito e spennellarvi ¾ della salamoia, quindi coprire e lasciar lievitare ancora una ventina di minuti.

Portare il forno a 200°, distribuire il sale speziato intero sulla superficie della focaccia ed infornare per 10 minuti, quindi spennellare con il resto della bagna e cuocere altri 15-20 minuti, fino a che la focaccia è bella gonfia e dorata, quindi levare dal forno e lasciar raffreddare.

Nel frattempo levare la crosta al taleggio e tagliarlo a fettine e scolare le melanzane dal loro olio di conserva, tamponandole poi leggermente con carta da cucina.

Quando la focaccia si è freddata tagliarla in due strati, spalmare sulla metà inferiore il paté di acciughe, disporvi poi sopra le fettine di taleggio e le striscioline di melanzana e richiudere poi con la seconda metà.

Tagliare le focaccia a quadrotti e servire come finger food a temperatura ambiente oppure leggermente intiepidita in forno a 50° per pochi minuti.


Piccoli consigli:
  • la quantità di acqua necessaria all'impasto della focaccia può variare in base all'assorbimento della farina. Conviene cominciare con circa 260 ml. ed aggiungere eventualmente qualche altro cucchiaio mentre si impasta.
  • si può usare anche meno lievito, ma l'impasto deve allora riposare almeno il doppio del tempo.
  • l'utilizzo di una emulsione di acqua ed olio serve a mantenere la focaccia morbida dentro e croccante fuori. Se la si preferisce più croccante utilizzare solo olio per la spennellatura della superficie.

LASAGNE AI PISTACCHI IN CREMA DELICATA


Una ricetta insolita, profumata e golosa, dai sapori molto delicati che è decisamente adatta anche per un’occasione formale.

Volendo la si può rendere più rustica e saporita aumentando la quantità di pesto di pistacchi nella vellutata e sostituendo la mozzarella con emmentaler oppure metà del parmigiano con pecorino stagionato grattugiato e diventa piatto unico intervallando gli strati con 150 gr. di prosciutto cotto grossolanamente tritato.

Lasagne ai pistacchi in crema delicata

ingredienti per 4/6 persone:
110 gr. di semola di grano duro
110 gr di farina 0 (più quella per la spianatoia)
70 gr. di farina 00
2 uova
4 cucchiai di Pesto di Pistacchi alla Brontese Bacco
250 gr. di mozzarella
40 gr. di burro
70 gr. di parmigiano grattugiato
500 ml. di brodo vegetale bollente
1 cucchiaio di olio extravergine
sale
pepe al mulinello

procedimento:
Setacciare insieme la farina 0 e la semola e disporle a cono su un piano, creare un incavo sulla cima; rompervi le uova, unire l’olio, un pizzico di sale e un cucchiaio abbondante di pesto di pistacchi.


Mescolare gli ingredienti alla farina aiutandosi inizialmente con una forchetta e poi con le dita, impastare poi con decisione, sbattendo spesso l’impasto sulla spianatoia ed aggiungendo eventualmente un pochino di acqua oppure di farina a seconda che risulti troppo asciutto o troppo morbido.


L’impasto va lavorato a mano per almeno dieci minuti, fino a che si presenta bello liscio ed elastico, con una superficie quasi vellutata. Coprire poi l’impasto con una terrina capovolta e lasciar riposare una mezz’oretta.


Nel frattempo scolare la mozzarella dal suo liquido di conservazione e sfilacciarla in grosse briciole, da tamponare poi con carta da cucina per assorbirne l’eccesso di umidità.


Sciogliere il burro e tostarvi la farina 00 per un minuto o due, fino a che comincia leggermente a colorire, quindi unirvi a filo il brodo poco per volta, rimestando con una frusta per evitare che si formino grumi.


Portare il composto ad ebollizione quindi abbassare leggermente il fuoco cuocendo per una decina di minuti, fino ad ottenere una vellutata cremosa ma non troppo densa.


Unire alla crema 40 gr. di parmigiano, il resto del pesto di pistacchi ed un’abbondante macinata di pepe, regolare di sale, mescolare bene, spegnere e lasciar intiepidire la vellutata.


Dividere l’impasto per le lasagne a fette spesse e stenderle in strisce sottili di sfoglia, tagliandole poi in rettangoli regolari sulla misura della teglia e lasciandole leggermente asciugare su un piano infarinato. Accendere intanto il forno a 180°.


Spalmare un cucchiaio di crema vellutata ai pistacchi sul fondo della teglia e disporvi uno strato di pasta, quindi distribuirvi sopra due o tre cucchiai di crema, una cucchiaiata di parmigiano grattugiato, una manciata di fiocchi di mozzarella (ed eventualmente di prosciutto) e, a piacere, una grattatina di pepe; coprire con un altro strato di lasagne e continuare così fino ad esaurimento ingredienti, terminando con un’abbondante spolverata di parmigiano.


Infornare la teglia e cuocere per circa 25/30 minuti, fino a che si è formata una crosticina dorata e gli angolini di pasta sporgenti sono belli croccanti.


Servire le lasagne calde come primo piatto oppure tiepide, tagliate a cubotti più piccoli, anche come finger food.


Piccoli consigli:
  • se si usa un’impastatrice i tempi di lavorazione della pasta per le lasagne si possono anche dimezzare.
  • qui con una teglia 20 x 15 abbiamo impilato circa una decina di strati di lasagne. Lo stesso piatto si può presentare a millefoglie, usando una teglia più piccola ed aumentando quindi il numero di strati di pasta.
  • se si prepara lo stesso piatto con lasagne confezionate meglio sbollentarle un minuto in acqua salata e lasciarle poi asciugare su un telo pulito prima di disporle nella teglia.

ISTINTO ALIMENTARE PERDUTO


Condivido in pieno quanto scritto da un famoso psicoterapeuta nel suo libro:
"E abbiamo anche perso la capacità di riconoscere i nostri gusti personali, i sapori che piacciono. E’ una conseguenza del cibo industrializzato, che tende a uniformare i sapori. Tutto diventa aromatico e dolce. Per esempio, in passato la birra normalmente era piuttosoto amara, tanto che non tutti la gradivano.  Oggi la birra è molto  più dolce, in conseguenza di una scelta industriale per allargare il bacino di clienti.
Abbiamo perso la capacità e il piacere di scegliere quello di cui abbiamo bisogno, per soddisfarci invece con ciò che troviamo più a portata di mano."


sabato 10 dicembre 2011

ERBE & SPEZIE

Le erbe aromatiche, belle e decorative coltivate in vaso o in terra, aggiungono colore e profumo a qualsiasi giardino, terrazzo; sono, inoltre, molto utilizzate e apprezzate in cucina dove profumano qualsiasi  tipo di preparazione.
Le spezie da sempre sono considerate un bene raro e prezioso, equiparate nei testi antichi all'oro e alle pietre preziose e, per questo, adottate per secoli come merce di scambio.

giovedì 8 dicembre 2011


IL PISTACCHIO


 


I pistacchi di Bronte crescono esclusivamente nel territorio di Bronte, ai piedi del vulcano Etna (immaginate l'energia che possono avere incamerato),  e sono caratterizzati dal colore verde brillante della pasta, da intensa aromaticità e notevoli profumi resinosi. Tutt'altra cosa sono i pistacchi turchi che si trovano comunemente sul nostro mercato; questi, infatti, hanno un colore della pasta con molte parti giallognole e sono molto meno aromatici e profumati. La coltivazione del pistacchio è molto impegnativa e faticosa: le piante fruttificano solo una volta ogni due anni e crescono in terreni rocciosi che impediscono l'uso di macchine, facendo lievitare i costi di produzione. Sono raccolti a mano stando in equilibrio tra le rocce con sacchi di tela legati al collo. I pistacchi sono utilizzati soprattutto in pasticceria per preparare dolci, torroni, creme e gelati, ma non mancano gli usi in cucina per preparare salse (come il pesto di pistacchio).

 

A proposito di pesto ai pistacchi, tenete sott'occhio il nostro Blog prossimamente troverete una gustosissima e facilissima ricetta con pesto di pistacchi (ovviamente quello selezionato da  www.saporimadeinitaly.it il migliore negozio on line di prodotti enogastronomici) realizzata da Acquaviva e più precisamente LASAGNE oppure STRANGOZZI al pesto di Bronte.



Io ad esempio per i miei invitati a Natale ho deciso di preparare le Lasagne, sarà sicuramente un successone.

lunedì 5 dicembre 2011

RISOTTO AL GORGONZOLA E RUM CON MARMELLATA DI FRAGOLE


Piatto insieme rustico ed elegante, molto più delicato nel rapporto tra sapori di quanto possa sembrare, questo risotto rinnova in modo originale il classico abbinamento formaggio-frutta.

Risotto al gorgonzola e rum con marmellata di fragole

ingredienti per 4 persone:
320 gr. di riso superfino Carnaroli Zangirolami
80 gr. di gorgonzola piccante
1 bicchierino di rum ambrato
2 cucchiai di marmellata di fragole Alpe Pragras
1 litro di brodo vegetale leggero
10 gr. di burro
1 spicchio di aglio
½ cucchiaio di prezzemolo tritato
sale

procedimento:
Scaldare il brodo, sbucciare e schiacciare leggermente l'aglio, privare il gorgonzola della crosta e ridurlo a pezzetti.

Sciogliere il burro insieme all'aglio a fuoco basso: quando il burro comincia appena ad imbiondire levare l'aglio e versare nel tegame il riso.

Alzare la fiamma e far tostare bene il riso ma senza che cambi colore, quindi sfumare con il rum e far evaporare completamente.

Coprire il riso di brodo bollente, quindi abbassare la fiamma e lasciar cuocere lentamente, aggiungendo una mestolata di brodo quando il brodo si asciuga. Ci vorranno circa 15 minuti.

Unire quindi il gorgonzola a riso e rimestare bene perché si sciolga e si amalgami bene, regolare di sale, e cuocere ancora un minuto o due. Il tutto deve risultare ben legato ma cremoso.

Unire a questo punto il prezzemolo per rinforzare leggermente il tocco verde quindi spegnere, coprire e lasciar riposare il risotto un paio di minuti.

Dividere il risotto nei piatti individuali distribuire un cucchiaino di marmellata sopra ciascuno e servire così, oppure rimestando leggermente per creare un motivo decorativo rosso mescolato un po' al riso.


Piccoli consigli:
  •  se si sostituisce al brodo vegetale della semplice acqua salata si percepiranno di più gli aromi del rum e del gorgonzola ma resterà più contrastato il connubio con la marmellata di fragole.
  • se si preferiscono gusti più delicati si possono usare il gorgonzola dolce al posto di quello piccante ed una mezza cipolla tritatissima al posto dell'aglio.

TAGLIATELLE VIOLA ALLE NOCCIOLE CON SFUMATURE DI SFORZATO


Piatto dai colori e dai profumi autunnali, ottimo per creare un’atmosfera di montagna molto elegante. L'interessante contrasto cromatico viene esaltato se si usa anche un po’ della parte verde del porro.

Tagliatelle viola alle nocciole con sfumature di Sforzato

ingredienti per 4 persone:
250 gr. di tagliatelle ai frutti di bosco con vino Sforzato Il Saraceno
1 grosso porro o 2 piccoli
40 gr. di nocciole Piemonte IGP  tostate Nocciole d’Elite Canaparo
1 bicchierino di grappa di Sforzato
1 cucchiaio abbondante di foglioline di timo
25 gr. di burro
sale
pepe al mulinello

procedimento:
Tagliare i porri a rondelle sottili e pestare grossolanamente in un mortaio 2/3 delle nocciole.

Mentre l'acqua per la pasta va in ebollizione sciogliere il burro a fuoco basso in un ampio tegame e stufarvi i porri con un cucchiaino di timo a fuoco medio-basso, in modo che si ammorbidiscano senza dorare; salando leggermente e, se serve, aggiungendo un cucchiaio o due di acqua in cottura.

Sfumare i porri con la grappa, alzando la fiamma perché sfumi velocemente, quindi unire le nocciole, sia intere che pestate, e lasciar insaporire per circa un minuto.

Lessare le tagliatelle leggermente al dente in acqua salata con la metà del timo rimasto, scolarle con cura e versarle nel tegame con il condimento.

Unire il resto del timo e padellare a fuoco vivace per un minuto o due, fino a che la pasta è ben insaporita, quindi spolverare con una grattata di pepe, mescolare bene e dividere nei piatti individuali.


Piccoli consigli:
  • Se si sta delicati di sale si può completare il piatto anche con una leggerissima ma gustosa spolverata di pecorino grattugiato.
  •  La grappa di Sforzato si può sostituire con una grappa bianca secca.

CREMA DI FAGIOLI NERI AL LIMONE CON CHIPS DI CARASATU


Il limone dona al piatto carattere ed una leggera ma originale sfumatura messicana, mentre l’alloro esalta il sapore di questi fagioli che hanno un delicato retrogusto di castagne.

Crema di fagioli neri al limone con chips di carasatu

ingredienti per 4 persone:
250 gr. di fagioli neri Sala Cereali
50 gr. di pancetta dolce
1 cipolla
1 spicchio di aglio
3 cucchiai di salsa di pomodoro Pachino Campisi
300 ml. di brodo di carne
½ limone
1 foglia di alloro
1 disco di pane guttiatu Panificio Bulloni
5 cucchiaio di olio extravergine umbro
sale
pepe al mulinello

procedimento:
Mettere a bagno i fagioli per 10-12 ore, scolarli, sciacquarli bene sotto acqua corrente e versare in un tegame di coccio.

Coprire con 800 ml. di acqua fresca, unire l'alloro, portare a bollore quindi abbassare la fiamma, coprire e cuocere per circa 40 minuti, rimestando ogni tanto e salando leggermente pochi minuti prima di spegnere.

Nel frattempo sbucciare la cipolla e tritarla molto finemente, tritare grossolanamente 40 gr. di pancetta e tagliare il resto a dadini, schiacciare l'aglio sbucciato adagiandolo sul tagliere e dandogli un colpo con la parte piatta della lama del coltello.

Scaldare un cucchiaio di olio e rosolarci la pancetta fino a che la parte bianca comincia a sciogliersi, quindi unire aglio e cipolla, far insaporire un minuto, salare leggermente, abbassare la fiamma e lasciar stufare a fuoco dolce per circa 15 minuti, fino a che la cipolla è morbida ed appena dorata, quindi eliminare l'aglio e spegnere.

Rompere il pane sardo in grossi pezzi e metterli a bagno per meno di un minuto in un ampio piatto con un filo di acqua, in modo che il pane si ammorbidisca leggermente ma senza spappolarsi.

Levare il pane dall'acqua e tagliarlo a striscioline, mettendole a riposare su carta assorbente da cucina.

Scaldare 4 cucchiai di olio in un padellino e friggervi le striscette di pane per qualche secondo fino a che sono croccanti ed appena dorate, metterle poi a scolare su carta assorbente. Meglio friggere pochi pezzi per volta perché si dorano molto velocemente e si rischia di bruciarli se non li si leva velocemente dall'olio. Salare e pepare.

Quando i fagioli sono morbidi metterne da parte un paio di cucchiai per la guarnizione, eliminare l’alloro e passare il resto dei fagioli al passaverdure (con i fori grossi se si vuole una crema rustica, come quella in foto, con fori piccoli se si vuole una vellutata), aiutandosi con qualche cucchiaio della loro acqua di cottura.

Portare intanto ad ebollizione il brodo e diluirvi il pomodoro.

Rimettere il passato di fagioli nel tegame di coccio ed unirvi le cipolle, versarvi quindi sopra il brodo e rimestare bene perché il tutto prenda una consistenza uniforme. Lasciar cuocere circa una decina di minuti fino a che la crema si è leggermente ispessita, regolare di sale e pepare, quindi spremervi il succo del mezzo limone, rimestare bene e spegnere.

Mentre la crema si scalda saltare la pancetta rimasta a fuoco vivace in un tegamino antiaderente fino a che diventa croccante, quindi spegnere e scolare su carta da cucina.

Distribuire la zuppa in ciotole individuali, decorare con le chips di pane sardo, i fagioli interi tenuti da parte, la pancetta croccante, volendo una fettina di limone ed un'ultima leggera macinata di pepe.



Piccoli consigli:
  • Per evitare “effetti collaterali” di fagioli ed altri legumi si può mettere nell’acqua in cui cuoceranno un pezzetto di alga kombu, da eliminare a fine cottura.
  • Conviene bagnare un pezzo di pane per volta per controllarlo meglio ed evitare che si ammorbidisca troppo.

VARIAZIONE DI POLENTA GIALLA CON NERO E VERDE (E ROSA...)


Con la farina di granoturco si possono ottenere infinite versioni di polenta. Questa è una variante arricchita nei profumi e nei colori da verdure, che esaltano il sapore del granoturco. Per il suo aroma meno “neutro” di una polenta normale rappresenta un ottimo accompagnamento per arrosti al latte o per fondute di formaggio e se si aggiunge un po’ di salsiccia diventa un piatto unico.

Variazione di polenta gialla con nero e verde (e rosa...)

 ingredienti per 4 persone:
250 gr. di farina bramata di granoturco Il Saraceno
60 gr. di fagioli neri Sala Cereali
60 gr. di lenticchie umbre Montemanardo
300 gr. di biete o spinaci
1 piccola carota
½ gambo di sedano
1 spicchio di aglio
1 foglia di alloro
1,2 lt. di brodo vegetale
200 ml. di latte
5 o 6 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di olio extravergine umbro Forsoni
sale
pepe nero al mulinello
(facoltativo: 200 gr. di salsiccia fresca)

procedimento:
Mettere a bagno fagioli e lenticchie per otto ore,  quindi sciacquarli bene sotto acqua corrente e scolarli.

Tritare grossolanamente sedano e carota e  tagliare in due l'aglio sbucciato e farli insaporire in un ampio tegame con un cucchiaio di olio per un paio di minuti a fuoco medio.

Unire fagioli e lenticchie al soffritto insieme alla foglia di alloro, coprire di acqua fresca e cuocere per circa un'ora e venti dal bollore, rimestando ogni tanto e salando verso la fine. L'acqua a termine cottura deve essere quasi completamente assorbita.

Portare a bollore il brodo con il latte, se serve salare leggermente ed unire due cucchiai di olio.

Quando il liquido riprende a fremere versarvi a pioggia la farina di granoturco, poca per volta e sempre mescolando con un cucchiaio di legno.

Quando la farina è ben amalgamata abbassare il fuoco e cuocere circa mezz'ora, mescolando spesso per evitare che la polenta si attacchi troppo al fondo della pentola.

Nel frattempo mondare le biete. Lavarle, asciugarle, tagliarle a striscioline ed unirle ai fagioli cotti.

Versare fagioli e biete nella polenta con la loro acqua (se non ne è rimasta unire mezzo mestolino di acqua calda), mescolare bene e continuare la cottura per altri 20/25 minuti.

Se si usa la salsiccia spellarla, sbriciolarla ed unirla alla polenta circa 10 minuti prima di spegnere.

Unire alla fine il formaggio grattugiato, regolare se serve di sale e servire spolverizzando la polenta con una bella grattata di pepe.
(versione vegetariana)

(versione con salsiccia)

piccoli consigli:
  • aumentando la quantità di brodo e latte si possono ottenere o una polenta molto morbida o anche un'ottima zuppa, da servire per circa 6/8 persone come primo.
  • Diminuendo leggermente la quantità di brodo si ottiene una polenta più soda. Stendendola quando è ancora calda in uno strato regolare su un vassoio unto e lasciandola poi raffreddare, se ne possono ritagliare delle rotelle o altre sagome con tagliabiscotti, da friggere e servire come snack insieme ad un piatto di salumi.

RAPE E PATATE GLASSATE ALLE ACCIUGHE


Il tipico abbinamento “nordico” di rape e patate si sposa qui con una interpretazione tutta siciliana delle acciughe. Ottimo come contorno rustico per arrosti di carne e per pesci in umido.

Rape e patate glassate alle acciughe
ingredienti per 4 persone:

350 gr. di rape bianche piemontesi
350 gr. di patate gialle lombarde
50 gr. di burro
2 cucchiaini di zucchero
2 cucchiai di Paté di Alici alle Erbe Campisi
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale

procedimento:
Sbucciare sia le rape che le patate con il pelapatate e tagliarle a tocchetti di circa 2 cm.

Metterle in un tegame con il burro a pezzetti, lo zucchero ed un pizzico di sale, coprire a filo di acqua fredda e mettere su fuoco vivace.

 Portare velocemente l'acqua a bollore e cuocere poi fino a che l'acqua si è consumata di oltre la metà e la verdura è morbida ma non disfatta. Ci vorranno circa 30-35 minuti.

 Eliminare l’acqua in eccesso, lasciandone circa ½ cm. sul fondo del tegame, e stemperarvi il paté di alici.

Insaporire per un paio di minuti a fiamma vivace, senza rimestare troppo per evitare di rompere le verdure, e servire ben caldo, spolverizzato con il prezzemolo fresco.


Piccoli consigli:

  • si può sostituire l'acqua con il latte ed a fine cottura ridurre le verdure in un soffice purè
  • se al posto del sale si utilizza in cottura un cucchiaio di salsa di soja si ottiene un piatto dal deciso profumo orientale. In questo caso conviene diminuire leggermente la quantità di paté di alici.
  • se si copre la verdure di un dito di acqua in più e non la si elimina alla fine si può servire il piatto anche come una zuppa.

CECI E CARCIOFI AL DOPPIO TONNO


Questa preparazione si può utilizzare sia come secondo che come condimento per la pasta; frullando i ceci ed allungando con brodo può diventare una zuppa e senza il tonno ma con la sola spolverata di bottarga può essere un ottimo contorno ad un piatto di pesce.

Ceci e carciofi al doppio tonno

ingredienti per 4 persone:
250 gr. di ceci secchi Montemenardo
2 carciofi
150 gr. di tonno in olio di oliva Campisi
2 cucchiaini di bottarga di tonno grattugiata finissima
2 spicchi di aglio
½ bicchiere di brodo vegetale
3 o 4 rametti di prezzemolo
3 o 4 cucchiai di olio extravergine umbro Forsoni
3 grani di pepe nero
pepe al mulinello
sale

procedimento:
Lasciare a bagno i ceci per 8 ore in acqua fresca quindi sciacquarli sotto acqua corrente e scolarli bene.

Levare le foglie al prezzemolo e tritarle finemente, sciacquarne invece i gambi ed asciugarli con carta da cucina.

Scaldare un cucchiaio di olio con uno spicchio di aglio sbucciato ma intero, i grani di pepe ed i gambi del prezzemolo, quindi versarci i ceci sciacquati e lasciar insaporire un paio di minuti.

Coprire i ceci con acqua che li superi almeno di un dito, portare a bollore, quindi coprire, abbassare le fiamma e cuocere circa 45/50 minuti, salando verso la fine, in modo che i ceci sono morbidi e l’acqua di cottura quasi completamente consumata.

Mondare nel frattempo i carciofi eliminando gambi, petali esterni duri e le barbe centrali e tagliarli a spicchietti.

Scaldare in un altro tegame un cucchiaio di olio con l’altro aglio sbucciato ma intero, versarvi i carciofi e saltare un paio di minuti perché si insaporiscano.

Versare il brodo sui carciofi e lasciar stufare per una ventina di minuti fino a che sono morbidi ed il brodo è tutto consumato, regolando di sale verso la fine ed alzando la fiamma se il fondo non è ben asciutto. Pepare leggermente, eliminare l’aglio e spegnere.

Quando i ceci sono cotti eliminare l’eventuale acqua in eccesso, l’aglio ed i gambi di prezzemolo ed unirvi i carciofi, il tonno sgocciolato e tagliato a pezzetti e le foglie di prezzemolo tritate.

Saltare un paio di minuti perché i sapori si amalgamino bene, regolare se serve di sale, pepare leggermente e distribuire nei piatti individuali.

Condire ogni porzione con un goccio di olio a crudo, spolverizzare con la bottarga e servire, caldo o tiepido.


Piccoli consigli:
  • Per evitare che i carciofi tagliati anneriscano lasciarli a bagno in acqua fresca acidulata con succo di limone o aceto bianco fino al momento dell’utilizzo.
  • Se l’acqua di cottura dei ceci rende il fondo troppo liquido invece di eliminarla si può addensare con un cucchiaio di farina di ceci, che intensifica il sapore del piatto.)

sabato 3 dicembre 2011

OLIVE TAGGIASCHE LIGURIA

Buonissime le Olive nere Taggiasche, quando inizi a mangiarle smetti solo quando
sono finite e ti trovi davanti un bel mucchietto di noccioli. 
La diffusione dell'olivo in Liguria viene attribuita ai monaci benedettini che insegnarono alle popolazioni le tecniche di coltivazione ed estrazione dell'olio.






Grazie Sapori made in Italy il migliore negozio on line di prodotti enogastronomici per aver selezionato quest'azienda che produce delle ottime olive taggiasche.